Nomisma Energia ha valutato gli effetti della crisi di materie prime e della guerra in Ucraina sui costi sia per le imprese che per i cittadini: la corrente elettrica vedrà un aumento del 20% e il metano del 2%.
Gli aumenti in bolletta sono stati calcolati sui prezzi di febbraio e dei primi di marzo, quando i prezzi sono più che raddoppiati.
Gli esperti di Nomisma Energia spiegano che «nonostante la grande incertezza causata dalla tragedia ucraina, è possibile fare qualche stima sulle conseguenze della guerra sulle bollette. L’adeguamento, il secondo per il 2022, partirà dal primo aprile, ma verrà deciso verso la fine di marzo. I prezzi che verranno presi a riferimento per la bolletta gas sono quelli del mercato spot per il mese di febbraio che si è chiuso subito dopo l’inizio della guerra ed è risultato relativamente basso a 80 euro il megawattora. È un valore allineato a quello dell’ultimo adeguamento, pertanto, è già possibile stimare che dal primo aprile le tariffe del gas dovrebbero rimanere ferme a 1,37 euro per metro cubo, dopo l’aumento eccezionale del 42% dello scorso gennaio».
Inoltre «negli ultimi giorni i prezzi sono stati costantemente sopra i 140 euro per megawattora e, se dovessero durare questi valori, il balzo delle tariffe gas è solo rimandato di qualche mese al primo luglio. Per l’elettricità il calcolo è più incerto e dipenderà dall’andamento dei prezzi nei prossimi giorni, che risentono già dell’aggravarsi della crisi dopo l’inizio della guerra. Se dovessero rimanere i prezzi molto alti di questi giorni, ci dovrebbe essere un aumento almeno del 25% verso 56 centesimi al chilowattora, variazione per il momento ancora inferiore al precedente +55% di inizio gennaio 2022».
I mercati non possono contare su metano aggiuntivo e i prezzi sulle borse energetiche sono ormai intorno ai 200 euro per megawattora. Anche il carbone ha raggiunto costi elevati, con quotazioni sui 340 euro la tonnellata, più del doppio rispetto a un mese fa.
Una delle opzioni più veloci che abbiamo a disposizione per affrontare questa crisi è sviluppare le rinnovabili nel nostro Paese.
Prima della guerra la Commissione Europea aveva fissato per il 2050 l’obiettivo di neutralità carbonica con l’abbandono delle fonti fossili. Puntare sulle risorse rinnovabili garantirebbe all’Italia di effettuare un passo in avanti verso questo obiettivo e permetterebbe anche di stabilizzare il costo dell’energia.
Fonti: ilsole24ore.com / vaielettrico.it
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