Durante le ultime settimane abbiamo assistito in tutto il mondo a notevoli aumenti dei prezzi delle varie forme di energia. Tutto ciò a poche settimane dal COP26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che si terrà a Glasgow. I recenti cambiamenti dovrebbero far riflettere e spingere verso un’adozione di misure più efficaci per far fronte alla domanda di energia e di rinnovabili.
Come sottolineato dai vertici UE e da fonti quali Enel, una forte accelerazione della produzione e utilizzo di energie rinnovabili negli scorsi anni avrebbe permesso ora di avere un impatto decisamente inferiore sull’aumento delle bollette.
“Con una maggiore penetrazione delle rinnovabili e degli accumuli si ridurrà il numero di ore in cui il prezzo all’ingrosso verrà definito da tecnologie alimentate a gas, limitando così sempre più l’esposizione della tariffa elettrica alla volatilità dei prezzi delle commodity, gas e CO2”, ha dichiarato Terna.
Tutto ciò dovrebbe far riflettere profondamente e portare all’adozione di misure più inclini alla produzione di rinnovabili.
Per quanto riguarda la situazione italiana, l’accelerazione della produzione di fonti rinnovabili e la diffusione di pompe di calore elettriche potrebbe portare alla riduzione dell’utilizzo delle centrali e delle caldaie a gas. Questo comporterebbe quindi una forte diminuzione di domanda di metano. Allo stesso tempo, la diffusione delle auto elettriche non potrà far altro che ridurre la domanda di benzina.
Il raggiungimento del 72% di kWh di rinnovabili nel 2030, come indicato dal Governo, renderà il Paese intero meno esposto alle fluttuazioni di prezzo del gas.
Ovviamente, è necessario fare pressione sul mondo estrattivo per cercare di dirigere gli investimenti delle compagnie oil&gas sempre di più verso le fonti rinnovabili. Il modello economico va assolutamente cambiato in favore di un modello sempre più sostenibile e circolare.
Fonte: qualenergia.it
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