Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge per introdurre misure volte al contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas, allo sviluppo delle rinnovabili e al rilancio delle politiche industriali.
Le misure ammontano a quasi 8 miliardi di euro, di cui 5,5 saranno destinati al caro energia. La restante parte sarà dedicata alle filiere produttive che stanno affrontando un periodo di forte crisi.
L’intervento del Governo si divide in due parti:
– Emergenza: l’insieme di tutte le misure che serviranno per abbassare i costi della bolletta in breve tempo.
– Prospettiva: l’insieme di tutte le misure che consentiranno nel futuro di evitare ulteriori crisi come quella attualmente in corso.
Per quanto riguarda “l’emergenza”, il Governo è già intervenuto per ridurre il caro bollette con un totale di 10,2 miliardi di euro.
Con l’introduzione di questo nuovo decreto vengono prorogate le misure già in essere, tra cui:
– l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e quelle non domestiche in bassa tensione con potenza disponibile fino a 16,5 kW o per le utenze con potenza pari o superiore ai 16,5 kW connesse in media e alta tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi pubblici;
– la riduzione dell’IVA al 5% e degli oneri generali per il gas;
– il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie con ISEE di circa 8.000 euro o di 20.000 nel caso di famiglie numerose;
– credito di imposta per le imprese energivore;
– nuovo contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, dedicato alle imprese gasivore.
Nel caso della “prospettiva”, il decreto introduce un programma di accelerazione riguardo le fonti rinnovabili, in particolar modo il fotovoltaico.
Altri due importanti settori su cui il governo ha deciso di puntare sono l’automotive e quello dei microprocessori. Nel primo caso l’obiettivo è quello di favorire la transizione verde, la ricerca e garantire incentivi per l’acquisto di veicoli non inquinanti. Invece, per quanto riguarda i microprocessori, sono previsti fondi pluriennali fino al 2030 per sviluppare la produzione nazionale di microchip.
Fonte: quotidiano.net
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