Facendo riferimento ai dati di Althesys, società indipendente di consulenza strategica, possiamo notare come il panorama italiano del fotovoltaico debba ancora far fronte a molte criticità che ne limitano l’efficienza. Per raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati per il 2030, ovvero un’elevata presenza delle rinnovabili sul suolo italiano,  bisogna puntare su due fattori in particolare: il revamping e il repowering.

Allo stesso tempo serviranno anche investimenti per installare nuovi impianti: il fotovoltaico dovrà, quindi, avere un ruolo centrale.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario seguire una serie di accorgimenti. Oltre ad ammodernare il parco attuale e mantenerlo efficiente tramite revamping, bisognerà cogliere tutte le opportunità per sviluppare nuove capacità mediante il potenziamento dei siti esistenti sia attraverso il repowering che con nuove installazioni. In questo quadro sono necessari interventi che consentano il rinnovamento e il potenziamento degli impianti già realizzati.

Sempre i dati raccolti da Althesys mostrano come il fotovoltaico italiano pur essendo molto recente, con un’età compresa tra gli 8 e i 10 anni, debba affrontare una serie di problemi che portano ad una limitazione del corretto funzionamento. Tutto ciò fa si che in assenza di interventi, la nuova potenza si limiti a sostituire quella quella persa per il degrado delle prestazioni.

L’analisi di un campione significativo di grandi impianti (713 impianti per 1.428 MW di potenza, pari al 40,3% degli utility scale nazionali di almeno 5 MW) mostra come le principali criticità riguardino gli inverter, gli ombreggiamenti, i moduli e la configurazione elettrica.

Per raggiungere i target, l’Italia dovrebbe avviare un processo di ammodernamento del parco fotovoltaico utility scale (che è lo 0,8% degli impianti totali, ma ben il 43,7% della potenza), in modo da mantenerlo efficiente attraverso interventi di revamping e repowering. Dal revamping si potrebbero recuperare fino a 4.000 MW di potenza al 2030 altrimenti persa, mentre il repowering può fornire, alla stessa data, 1.550-1.700 MW aggiuntivi.

Per garantire un vero e proprio rilancio sostenibile entro il 2030, è fondamentale lo sviluppo di nuovi impianti. La nuova capacità dovrà essere sviluppata con un mix equilibrato di configurazioni, che comprenda tanto i grandi impianti a terra, quanto quelli commerciali su coperture, le installazioni di piccola taglia e la generazione distribuita. Uno scenario di rilancio, che comprenda l’insieme delle azioni possibili (revamping, repowering, nuovi impianti) porterebbe sensibili benefici al sistema Italia nel suo complesso. Sono stimate in 11 miliardi di euro le ricadute derivanti dal rilancio e dallo sviluppo degli impianti di grande taglia, con un potenziale occupazionale di quasi 20 mila nuovi addetti.

Rilanciare il fotovoltaico in Italia costituirebbe una grande opportunità per cogliere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, creando valore, lavoro e riducendo gli impatti ambientali.

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